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La dieta Chetogenica è il vecchio Diesel delle diete.
La dieta Chetogenica è il vecchio Diesel delle diete.
Partiamo dal Diesel. Sono molti anni che ci raccontano che il motore Diesel potrebbe, con opportuni accorgimenti tecnologici essere più pulito di quello a benzina. Prima pareva bastasse inserire il filtro anti-particolato (FAP) che trattiene le polveri più grezze ma poi si è scoperto che non trattiene quelle sottili (ben più pericolose), poi hanno tentato con le centraline “taroccate” (vedi caso Volkswaghen) ma gli americani se ne sono accorti, poi è la stata volta degli ossidi di azoto (NOx) che però pare che nelle ultime versioni di motori Euro 6 siano emessi in quantità quasi simili a quelle dei motori a benzina. Da ciclista e scooterista però, indipendentemente da quello che mi hanno raccontato per anni sui Diesel, ho sempre preferito di gran lunga seguire (se obbligato) una vettura a gas, magari a metano, piuttosto che una Diesel, che in accelerazione lascia sempre fumate nere che non hanno proprio l’aria di essere salubri, come aria di montagna, per i miei polmoni.
La dieta Chetogenica, come i motori Diesel, è piena di estimatori. Fa dimagrire, elimina i malefici carboidrati più o meno glutinici, controlla bene la glicemia, migliora forse un po’ il profilo lipidico (dipende) e, insomma, farebbe tutta una serie di effetti metabolici positivi che a ben guardare, io non ho mai trovato.
La dieta chetogenica si basa sulla drammatica riduzione dei carboidrati in favore dei lipidi e delle proteine. Esattamente come per i Diesel, si parte da un carburante più sporco, per ottenere un risultato più salutare e più pulito (così sostenevano anche i dirigenti Volkswaghen). La dieta chetogenica può essere iperproteica o normo proteica. Partiamo dalla prima. La iperproteica è un super-Diesel. Le proteine sono il carburante più sporco che possiamo introdurre. Si portano necessariamente dietro una grande quantità di azoto, che diventa urea, che sovraccarica terribilmente tutti i sistemi di pulizia che ci sono nel nostro organismo: reni e fegato in particolare. Poi da dove le prendiamo tutte queste proteine? Due possibilità: o dalle carni e dal pesce, con i loro carichi ulteriori di inquinanti (antibiotici, pesticidi, microplastiche, ormoni…), oppure dai legumi. Reggere una dieta iperproteica vegetale a base di legumi significa o avere un intestino di “acciaio” oppure finire sulla tipologia dell’intestino a mongolfiera, con problemi non indifferenti almeno a livello di socializzazione. OK, niente iperproteica, puntiamo invece alla normo proteica!!! Bene, i miracoli non sono facili, quindi se tolgo il 50% circa di calorie in carboidrati e non cambio la quota proteica devo aumentare a dismisura quella lipidica. E qui nascono i problemi. Le recenti pubblicazioni sulla lipidomica ci raccontano che bilanciare i lipidi in ingresso è molto difficile! Tenere un corretto rapporto tra saturi, monoinsaturi, polinsaturi omega 6, polinsaturi omega 3, a media e lunga catena è complicatissimo. A questo, si aggiungono il colesterolo, gli acidi grassi trans ed i lipidi ossidati. Questi ultimi sono “scorie metaboliche” che l’organismo dovrà cercare, a fatica, di rielaborare e neutralizzare. Aumentare di molto la quota lipidica facendola rimanere bilanciata ed evitando tutte queste scorie è un salto ad ostacoli estremamente complesso. Di fatto, fino ad ora, ogni volta che mi hanno mostrato diete chetogeniche per adulti più o meno sani, appena leggo il piano mi pervade una sensazione di leggera angoscia, esattamente la stessa di quando in bici, in apnea, seguo un veicolo Diesel che fa un inquietante fumo nero, sapendo che presto dovrò pur respirare.
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