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Archivi tag: politica sanitaria

Winter Olympic Athletes Slam Conditions In COVID Quarantine Hotels | HuffPost Latest News

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Pubblicato da su 6 febbraio 2022 in epidemiologia

 

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10 Examples Of Healthcare Innovation In The Face Of Covid

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Movimento turistico in Italia

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Sanità Calabria, mail fantasma e fatture pagate 5 volte. Stipendi anche a medici ergastolani – La Stampa

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Mail fantasma e fatture pagate 5 volte. Stipendi anche ai medici ergastolani

Calabria, dieci anni di commissariamenti non hanno risolto i problemi. Né sanitari né contabili. Chiusi 18 ospedali, ma il deficit cresce

Mail fantasma e fatture pagate 5 volte. Stipendi anche ai medici ergastolani

Nel commissariamento più lungo e inutile della storia, nessuno è innocente. Non i commissariati che hanno causato il disastro. Non i commissari che l’hanno aggravato. Il presidente reggente che urla «la Calabria ai calabresi!» tace che furono i calabresi a provocare il commissariamento. Con le 11 aziende sanitarie, i 20 mini-ospedali con meno di cento posti letto, la dozzina di presìdi sanitari a rischio crollo, i reparti con rapporti medici/pazienti 20/1 (nemmeno nelle terapie intensive tedesche). E con gli oltre 2 miliardi di debiti, peraltro senza contabilità scritta. «Ci hanno detto: la facciamo per tradizione omerica», raccontò Tremonti dopo un consiglio dei ministri.

Prima con il rampante governatore destrorso Scopelliti (finito in carcere) e poi con militari, prefetti e manager mandati da Roma, il commissariamento avrebbe dovuto riportare i conti a posto. Tagliando ospedali (diciotto chiusi), posti letto (-60%) e personale (3800 dipendenti in meno). Operazioni per le quali non servono premi Nobel. Più difficile è farla funzionare, la sanità.

 

Calabria, Morra (M5S): “Incarico a Gino Strada, il suo nome fa paura a molti anche nella maggioranza”

 

Dei tre nuovi ospedali promessi da Scopelliti con un tafazziano project financing, in cui i privati mettevano 134 milioni e ne incassavano 382, non restano che i rendering. Se tutto va bene, se ne riparla nel 2023. Nel frattempo, mancano 1100 posti letto. Il 12% delle famiglie calabresi denuncia problemi economici per ragioni sanitarie, il doppio della media nazionale. L’aspettativa di vita in salute è 15 anni più bassa che in Trentino. Il punteggio dei livelli essenziali di assistenza, che misurano posti letto e liste di attesa, è 139. La sufficienza è 160, raggiunta solo un anno negli ultimi dieci.

Un calabrese su cinque si cura in altre regioni. «Anche per un’unghia incarnita andiamo a Milano», sospirava un assessore in una riunione al ministero. Un esodo che costa 300 milioni l’anno, 148 euro pro capite. Il che spiega perché, a dispetto dei tagli, i conti non tornano. Il deficit del 2019 è 221 milioni, superiore a quello che determinò il commissariamento.

È il paradosso della sanità calabrese: taglia i servizi, non gli sprechi. «Approccio clientelare patologico», scrive l’ex commissario Massimo Scura nel libro Sanità malata (Pellegrini). La sanità in Calabria sposta 150mila voti su 1 milione (il primo partito, il Pd, ne prende 118mila), muove tre quarti della spesa pubblica e rappresenta il 10% del Pil. Dai tempi del leggendario Francesco Macrì, ras dell’ospedale di Taurianova soprannominato Ciccio Mazzetta perché si vantava di aver «sistemato» più gente di tutti nella regione, trasversalismo politico, interessi privati, lobbismo sindacale e criminalità si confondono.

 

Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria: ”Gino Strada? Mi inchino davanti a quest’uomo. Governo in tilt”

 

Altrimenti non si spiegherebbero le fatture pagate anche cinque volte, perché non registrate. I bilanci dell’azienda sanitaria di Reggio Calabria mai presentati dal 2013. I pagamenti ritardati dieci anni e gonfiati per venti volte da sanzioni, interessi, spese legali. I documenti notificati a indirizzi di posta elettronica certificata di cui nessuno ha le password. Gli uffici legali delle aziende sanitarie che non si oppongono al 90% delle cause civili. I decreti ingiuntivi protocollati da uffici privi di personale da cinque anni. I contratti per acquistare i macchinari delle Tac chiusi quattro anni in cassaforte. Le cliniche e i laboratori privati convenzionati che lavorano il quadruplo degli ospedali pubblici. Il 53% del personale dell’azienda sanitaria di Reggio con diritto di limitazione o esclusione dai turni. I 136 milioni di danni erariali segnalati solo negli ultimi tre anni dalla Finanza. Le due aziende sanitarie sciolte per infiltrazioni mafiose. I medici stipendiati in carcere dopo la condanna all’ergastolo per ’ndrangheta.

Il resto è cronaca, dal valzer di commissari all’ostilità, «perché non abbiamo bisogno di missionari africani», a Gino Strada. Che dieci anni fa aprì un ambulatorio di Emergency dove si curano italiani e immigrati. Medicina di territorio, con un bus per chi non ha l’auto.

A Polistena, non in Africa.

 

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Agenas paralizzata e collaborazione Governo Regioni al palo – Quotidiano Sanità

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Coronavirus, a Civitanova Marche ospedale identico a quello della Fiera di Milano. Vuoto – Corriere.it

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Pubblicato da su 24 Maggio 2020 in farmacoeconomia, spesa sanitaria

 

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Association of Insurance Status and Racial Disparities With the Detection of Early-Stage Breast Cancer | Breast Cancer | JAMA Oncology | JAMA Network

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Mal di schiena: troppi interventi inutili. La Lombardia dice basta – Corriere.it

I rimborsi massimi per interventi per mal di schiena scendono da 19.700 a 7.600 euro, tranne che per le patologie più gravi.

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Why Doctors Should Organize | The New Yorker

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I pazienti con la valigia spostano 4,6 miliardi di euro da Sud a Nord – Il Sole 24 ORE

La mobilità sanitaria si traduce in un fiume di denaro pari nel 2017 a 4,6 miliardi di euro. L’88% del saldo in attivo (chi riceve pazienti) va ad alimentare le casse di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto

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Ospedali pubblici, code per tutti ma non se paghi. La mappa Regione per Regione | Milena Gabanelli – Corriere.it

Come incidono sulle liste d’attesa i 51 mila medici in libera professione. Cosa fare per tagliare davvero i tempi. Milena Gabanelli e Simona Ravizza…

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US patients live longer in areas with more primary care doctors, study finds | The BMJ

US patients who live in areas with more primary care doctors have a 51.5 day higher life expectancy, a study has found. However, the number of primary care doctors per 100 000 population has decreased over a 10 year period.1 A major issue in healthcare is whether to invest in increasing the number of primary care physicians and whether this leads to better health outcomes and lower mortality. In the US doctors are drawn toward specialties that offer higher incomes than primary care. A study by Sanjay Basu and colleagues from Stanford University, California, looked for associations between the supply of primary care doctors and mortality throughout the US. Primary care doctors were …

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Così il «regionalismo differenziato» mette a rischio l’universalismo del Ssn | diseguaglianza regionale

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Italia della salute e classifiche internazionali. Come siamo messi realmente? L’analisi di Gimbe – Perche’ Bloomberg e’ inattendibile.

Dalle analisi dell’Osservatorio Gimbe sulle classifiche internazionali emerge che non è più tempo di illudersi con le prestigiose posizioni della sanità italiana conquistate in tempi remoti, oppure in classifiche che ne sovrastimano la qualità. Oggi il sistema più completo e aggiornato per valutare le performance dei sistemi sanitari è quello dell’Ocse, dove Gimbe, in occasione dei 40 anni del Ssn, ha identificato punti di forza e criticità del nostro servizio sanitario al fine di predisporre le azioni di miglioramento. IL REPORT

Sorgente: Italia della salute e classifiche internazionali. Come siamo messi realmente? Bene aspettativa di vita, qualità delle cure e tempi di attesa per molte prestazioni. Male standard personale e uso farmaci equivalenti. L’analisi di Gimbe – Quotidiano Sanità

La classifica Bloomberg misura esclusivamente l’efficienza dei sistemi sanitari, mettendo in relazione l’aspettativa di vita con la spesa pro-capite, sovrastimando la qualità del nostro Ssn (3° posto), sia perché la longevità dipende soprattutto da altre determinanti della salute (pensa a come si vive bene e mangia bene dalle nostre parti), sia perché la riduzione della spesa sanitaria ci ha permesso di scalare la classifica. Non si ritiene quindi attendibile ed affidabile, soprattutto in Italia legare la aspettativa di vita alle cure e non agli stili di vita e all’alimentazione Per molti e’ un bias forte e non sostenibile. Inoltre lil basso livello di spesa a fronte di vita media viene considerato un’ottima cosa da Bloomberg, Insomma collegare lo spendere meno e la vita media lunga non sono indicatori di cui tenere conto nella nostra realtà.

l’indice piu’ accreditato e’ l’euro Health consumer Index. la posizione dell’Italia e’ ben lontana dal terzo posto (2017): diciasettesimo

 

nel 2016 la stessa cosa:

Tutto inizia con quel secondo posto dopo la Francia nella classifica Oms del 2000. Da allora a seconda se si vuol parlare male o bene della nostra sanità si tira fuori una classifica diversa. Per i fan del Ssn il nuovo mito è Bloomberg che ci piazza al primo posto in Europa e al terzo nel Pianeta. Per i detrattori la Bibbia è invece la classifica di Euro Health Consumer che ci ha visto sempre messi male rispetto agli altri partner europei

Sorgente: La sanità italiana e le classifiche internazionali. Al primo posto in Europa per Bloomberg, al 22° per Health Consumer Index. Qual è la verità? – Quotidiano Sanità

 

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