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(159) Live #291 ⁍ Una Storia “Travagliata” – Travaglio ospite a Breaking Italy Night – con: BallDontLie – YouTube

Un video che è un vero e proprio capolavoro dell’informazione. Tre ore più che ben spese in cui Parabellum e Balldontlie smontano con estrema precisione tutti i principali punti della propaganda russa sull’Ucraina, partendo dall’intervista di Travaglio che la ripete a pappagallo ospite di Breaking Italy.
Da notare che la live era stata bloccata da Youtube a causa delle numerosissime segnalazioni di bot e troll filorussi che evidentemente l’avevano ritenuta molto scomoda. Fortunatamente Youtube si è resa subito conto dell’errore ed il video è stato poi ripostato nella sua interezza.
Molto interessante la parte iniziale che spiega alla perfezione come i russi abbiano fatto tutto loro nel far partire la guerra nel 2014 compiendo a tutti gli effetti una prima invasione dell’Ucraina. Se i filorussi hanno voglia di controbattere che si vedano il video prima e che portino poi delle prove a corroborare le loro tesi, altrimenti meglio lasciar stare che le trollate se le porta via il vento.
Grazie Mirko per l’immenso lavoro svolto in questi due anni, il vero faro dell’informazione italiana sulla guerra in Ucraina.


GLI INFORMATORI BENE INFORMATI DI TRAVAGLIO DA “PICO DELLA MIRANDOLA” ORSINI AL GENERALE MINI E LE SUE TEORIE: ORSINI SU BUDAPEST: https://twitter.com/Parabel66836534/status/1604645832623820800 https://www.youtube.com/live/StiktkAnNMM?si=JXUEhEHdhbZT1yAd https://www.open.online/2022/12/19/gaffe-orsini-traduttore-automatico-cambia-cognome-giornalista-video/ ORSINI ORIGINALE: https://www.youtube.com/watch?v=d3l-nBu4naM&t=88s&ab_channel=AlessandroOrsini MINI- SCIE CHIMICHE, REFERENDUM VALIDI ETC PUTIN E DONBAS: https://www.statoquotidiano.it/01/04/2022/generale-mini-dimanfredonia-non-e-stato-putin-a-iniziare-la-guerra/923679/ https://www.ilfoglio.it/societa/2022/03/24/video/non-solo-putin-le-teorie-dell-ex-generale-mini-sulle-scie-chimiche-3842969/ https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/10/02/razzolare-malee-predicare-bene/6824917/ https://www.renovatio21.com/il-generale-mini-afferma-che-i-referendum-di-annessione-del-donbass-sono-validi/ https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2023/01/04/news/errori-di-rinazificazione-4819889/ https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-guerra_in_ucraina_invio_di_armi_e_propaganda_lintervista_del_generale_fabio_mini_a_lantidiplomatico/5496_45535/?fbclid=IwAR0Tza9DNKCm_qjRKUxksIyosXIi-7vGhpAiJAySGWtCxI1QeYU5_m1GoSY https://threadreaderapp.com/thread/1693291566100586630.html BANDERA/UPA: https://it.wikipedia.org/wiki/Stepan_Bandera https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_dei_Nazionalisti_Ucraini https://en.wikipedia.org/wiki/Organisation_of_Ukrainian_Nationalists https://www.eastjournal.net/archives/125620 https://www.britannica.com/place/Ukraine/The-Nazi-occupation-of-Soviet-Ukraine TRUMP NORD COREA: https://www.nbcnews.com/news/world/north-korea-s-kim-backs-away-trump-relationship-two-years-n1230371 https://www.washingtonpost.com/politics/trump-upended-three-decades-of-us-strategy-with-north-korea-but-the-gamble-has-failed-to-pay-off/2020/01/02/fd9afa84-2d79-11ea-bcb3-ac6482c4a92f_story.html QUESTIONE ESTREMA DESTRA IN RUSSIA: https://en.wikipedia.org/wiki/Far-right_politics_in_Russia https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_Wagner https://en.wikipedia.org/wiki/Rusich_Group https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_di_ricognizione,_sabotaggio_e_assalto_%22Rusi%C4%8D%22 https://en.wikipedia.org/wiki/Russian_National_Unity QUESTIONE ESTREMA DESTRA UCRAINA: https://it.wikipedia.org/wiki/2%C2%BA_Battaglione_operazioni_speciali_%22Donbass%22 https://en.wikipedia.org/wiki/Far-right_politics_in_Ukraine https://en.wikipedia.org/wiki/Azov_Brigade https://it.wikipedia.org/wiki/Pravyj_Sektor https://it.wikipedia.org/wiki/Svoboda_(partito_politico) https://en.wikipedia.org/wiki/S14_%28Ukrainian_group%29 Dati e report ONU e OSCE: https://ukraine.un.org/sites/default/files/2022-02/Conflict-related%20civilian%20casualties%20as%20of%2031%20December%202021%20%28rev%2027%20January%202022%29%20corr%20EN_0.pdf https://www.osce.org/files/f/documents/7/0/261066.pdf https://www.osce.org/files/f/documents/0/b/508991.pdf https://www.osce.org/special-monitoring-mission-to-ukraine/156571 https://www.osce.org/cio/126242 NEUTRALITA’ E STATUTO SPECIALE: https://www.rferl.org/a/ukraine-parliament-abandons-neutrality/26758725.html https://www.unian.info/politics/10437570-ukraine-s-parliament-backs-changes-to-constitution-confirming-ukraine-s-path-toward-eu-nato.html https://oxcon.ouplaw.com/page/406 https://www.voanews.com/a/ukraine-parliament-adopts-law-on-self-rule-for-eastern-region/2451232.html ACCORDI DI MINSK: https://peacemaker.un.org/sites/peacemaker.un.org/files/UA_150212_MinskAgreement_en.pdf https://www.dcaf.ch/sites/default/files/publications/documents/ArmedConflictUkraine_TimelineMinskAgreements_EN_Mar2022.pdf https://cepa.org/article/dont-let-russia-fool-you-about-the-minsk-agreements/ TRUPPE RUSSE IN DONBASS 2014-2022 https://www.dw.com/en/russian-court-says-countrys-soldiers-stationed-in-ukraine/a-60153034 https://video.vice.com/en_us/video/selfie-soldiers-russia-checks-into-ukraine/55ba5014018008e821c71e52 https://ilovaisk.forensic-architecture.org/ https://www.theguardian.com/world/2015/dec/17/vladimir-putin-admits-russian-military-presence-ukraine QUESTIONE CORRUZIONE IN RUSSIA: Russian-Defense-Corruption-Report-Beliakova-Perlo-Freeman https://www.ffi.no/en/publications-archive/russian-military-corruption-scale-and-causes https://www.refworld.org/docid/4e3b9aa12.html https://it.topwar.ru/17554-uscherb-ot-narusheniy-v-sfere-gosoboronzakaza-pri-zakupke-vooruzheniya-i-tehniki-prevysil-400-mln-rubley.html https://www.reuters.com/article/uk-russia-army-crime-sb-idUKTRE5683AS20090709 https://www.youtube.com/watch?v=X8a6OiBOvuQ&t=3045s&ab_channel=Parabellum https://books.google.it/booksid=lHThCgAAQBAJ&lpg=PA60&ots=SrRlyLN6m7&dq=fridinsky%20russian%20crime&hl=it&pg=PA61#v=onepage&q=fridinsky%20russian%20crime&f=false fonti in libreria: https://quantum.dedo1911.xyz/sharing/nSEUIo1QW https://www.pwc.ru/en/publications/recs-2018.html https://www.ft.com/content/961668be-8628-11e0-9e2c-00144feabdc0 https://www.newsru.com/russia/11jan2012/gvp.html https://it.topwar.ru/13192-glavnaya-voennaya-prokuratura-obyasnila-pochemu-soldaty-merzli-zimoy.html https://sgp.fas.org/crs/nuke/R45861.pdf

 
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Pubblicato da su 20 febbraio 2024 in editoriali, guerra, sociale

 

Solo l’8% della popolazione mondiale vive in una democrazia piena – Info Data

Sorgente: Solo l’8% della popolazione mondiale vive in una democrazia piena – Info Data

 
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Pubblicato da su 20 febbraio 2024 in editoriali, futuro, sociale

 

Trattori e fondi europei | Liberi oltre le illusioni

Trattori e fondi europei

con Prodi


Credo sia arrivato il momento di provare ad analizzare le proteste degli agricoltori che nelle ultime settimane si sono propagate in giro per l’Europa.
Tutto è partito dalla richiesta del settore agricolo di alcuni paesi del nord e dell’est europa di revisione degli obblighi previsti all’interno del green deal europeo e dei permessi speciali offerti ad alcuni paesi quali l’Ucraina, di poter vedere diminuiti i dazi doganali sui loro prodotti.
Qui ad esempio, possiamo leggere della protesta degli agricoltori tedeschi contro il piano del governo sulla cancellazione delle sovvenzioni per il diesel, https://it.euronews.com/…/germania-agricoltori-in…
Da queste proteste iniziali, molto ben circostanziate negli obiettivi, si è poi passato ad un più ampio movimento che ha abbracciato molti altri paesi europei, i quali hanno esteso la lista delle richieste andando ben oltre le rivendicazioni iniziali.
Come possiamo leggere ad esempio qui https://www.ilsole24ore.com/…/la-protesta-trattori… alla protesta iniziale contro alcune misure ambientaliste si è aggiunta in Francia la lotta contro la burocrazia nazionale e la richiesta di vedere aumentare i propri ricavi aziendali, il tutto condito dalla immancabile richiesta di maggiore protezione contro la concorrenza estera.
E’ chiaro che la protesta inziale si è quindi evoluta, ha cambiato in parte forma e contenuto ed ha preso di mira nell’ultima versione la Pac, ovvero la politica agricola comune che regola il settore agricolo all’interno dell’ Unione europea, qui https://agriculture.ec.europa.eu/…/cap…/cap-glance_it
Ora, come abbiamo detto sopra, almeno all’inizio una parte delle rivendicazioni erano se non condivisibile perlomeno comprensibili, oltre che prevedibili (in queste stesse pagine già da alcuni anni avevo ricordato che le ambizioni ambientaliste erano viziate da pregiudizi ideologici che avrebbero scatenato la reazione della cittadinanza).
Ma come visto, adesso si è andati ben oltre e le richieste avanzate, soprattutto contro la Pac, sono oltre che sbagliate, francamente surreali, https://tg24.sky.it/…/02/06/protesta-agricoltori-pac-ue…
Come infatti dovremmo sapere la Pac non solo è la voce ampiamente più grande del bilancio comunitario, ma questa sua grandezza è dovuta esattamente al fatto che serve a sussidiare e proteggere con dazi doganali gli agricoltori cosiddetti “marginali”.
I testi che regolano la Pac lo dicono chiaramente: il suo obiettivo è tra le altre cose ”….mantenere in vita l’economia rurale promuovendo l’occupazione nel settore agricolo, nelle industrie agroalimentari e nei settori associati.”.
E il problema se vogliamo nasce proprio dal fatto che la Pac funziona perfettamente esattamente su questo obiettivo.
Infatti è riuscita a far sopravvivere per molti anni al di fuori delle condizioni di mercato migliaia di piccoli agricoltori che altrimenti sarebbero stati spazzati via dalla concorrenza.
Ma questo ha avuto due conseguenze:
1) la produttività del settore agricolo, come abbiamo visto in passato, arranca soprattutto se paragonata a quella di altri settori, qui ad esempio per l’Italia https://www.piave.veneto.it/resource/resolver?resourceId=a743fc2e-b239-4ead-a69b-3691d25911a7/10.pdf
2) ma soprattutto, tenendo in vita una miriade di imprese marginali, di fatto impedisce che i soggetti coinvolti banalmente si cerchiano un lavoro meglio retribuito.
Magari in imprese sempre agricole, ma di dimensioni più elevate.
Perché il punto centrale di tutto il discorso risiede banalmente qui: la dimensione aziendale.
Come infatti possiamo vedere nel pezzo linkato nel punto precedente, esiste una correlazione chiarissima tra valore aggiunto per addetto e dimensione aziendale, con le aziende più grandi in grado di generare 5,6 volte il reddito per addetto rispetto alle imprese agricole di minore dimensione.
Va da se che più una impresa è in grado di generare valore aggiunto, più riuscirà a retribuire meglio i proprio lavoratori.
La Pac quindi è effettivamente sbagliata, ma per la motivazione esattamente contraria a quanto sostengono gli agricoltori che attualmente la criticano: invece di proteggere poco, in realtà protegge troppo, impedendo la crescita dimensionale delle imprese agricole, uniche (le grandi aziende) che possono assicurare redditi più elevati, oltre che una maggiore produzione per addetto e costi minori per prodotto, cosa questa che dovrebbe interessare i consumatori , ma che non riesce come argomento ad entrare nel dibattito pubblico.
Ma arrivati a questo punto l’analisi da economica diventa politica.
Eh già, perché che il problema della Pac sia il contrario di quanto propagandato dagli agricoltori che protestano, le principali organizzazione agricole lo sanno benissimo, ed infatti la protesta nei paesi che si sono aggiunti per ultimi, non è partita propriamente da loro.
Di più: come possiamo leggere qui con l’esempio francese, i due principali sindacati agricoli del paese si sono accordati quasi subito con il governo di Macron, accettando di terminare le proteste in cambio del supporto governativo alle rivendicazioni iniziali contro il green deal, in disaccordo però con una parte del movimento di protesta che nel mentre ha continuato con i blocchi stradali, qui https://it.euronews.com/…/francia-i-sindacati-degli….
In sostanza c’è una parte del mondo rurale europeo che si trova a disagio anche con la struttura iperprotettiva offerta dalla Pac e che sogna un ritorno ad un mondo basato su singole nazioni chiuse in una stasi autarchica.
E questa dinamica la stiamo vedendo in modo chiarissimo nei risultati elettorali di quasi tutti i paesi europei dalla crisi del 2008-2009 in poi.
Anche qui, come stiamo evidenziando da anni, se analizziamo i dati elettorali europei (ma anche degli Usa) per città, campagne e per regione troviamo conforto all’ipotesi che dalle elezioni post Lehman, ha avuto costantemente e via via sempre di più rilevanza la prima e la terza delle fratture storiche trovate da Stein Rokkan nella sua analisi sulla strutturazione del voto per opposizioni tematiche, facenti capo all’opposizione centro-periferia e città-campagna, qui https://en.wikipedia.org/wiki/Cleavage_(politics)
La conseguenza di tale aumento della rilevanza di queste due particolari fratture è una maggiore richiesta di protezione o aiuto da parte dei soggetti componenti tali opposizioni, quindi le periferie e le campagne, che tradizionalmente si esplica nell’aumento del favore verso politiche di chiusura.
Chiusura verso tutto.
Quindi verso chi ha guidato il paese fino a quel momento, verso l’immigrazione e verso il commercio e i rapporti con l’esterno.
Non è un caso che le fratture rokkaniane prese in esame, si esplichino sempre ed invariabilmente in tutti i paesi con la richiesta dal punto di vista economico di maggiore protezionismo.
L’ultima volta che tale movimento politico si è espresso in tale scala dimensionale, ovvero durante la crisi del ’29, ha portato il mondo verso una chiusura economica autarchica tale da bloccare lo sviluppo dei commerci mondiali fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Ora, fortunatamente la situazione attuale è diversa e l’esperienza drammatica degli anni ’30 del ‘900 non dovrebbe ripetersi per ragioni che non esamineremo in queste righe, ma detto questo una certa preoccupazione non tanto per il destino dell’occidente, ma per quello dell’europa effettivamente esiste.
E non per la Germania, la Spagna o l’Italia, dove la parte più estrema del movimento di protesta ha margini di manovra politica più o meno pari a zero, essendo in questo momento al governo nel belpaese una maggioranza politica, la destra sociale, che è già l’espressione di fatto unica di quelle due fratture che abbiamo visto all’opera.
No, il vero problema arriva dalla Francia.
Francia che non solo è ostaggio delle idee più estreme del movimento di protesta, a tal punto che il nuovo premier francese appena nominato, ha trovato l’accordo con i sindacati agricoli francesi richiamato sopra, tra le altre cose sulla richiesta di non accettare mai un accordo di libero scambio con il Mercosur, ovvero il blocco commerciale dei paesi sudamericani, arrivando a dichiarare letteralmente: “Non c’è alcuna possibilità che la Francia accetti questo trattato”, chiudendo così per l’ennesima volta il paese alla concorrenza.
Ma quel che è peggio, mostra la volontà della politica francese nella sua interezza di destrutturare la politica agricola europea per tornare ad un protezionismo tutto francese che potrebbe minare alla base l’Unione Europea sic et simpliciter.
E fin dove potrebbe arrivare questa follia autarchica, lo abbiamo visto ad esempio nelle dichiarazione e nel successivo scontro avvenuto pochi giorni fa tra la leader socialista francese Segolene Royal e il premier socialista spagnolo Pedro Sanchez, nel momento in cui la politica francese esprimendo la sua solidarietà verso gli agricoltori in protesta ha dichiarato: “ i pomodori sedicenti bio spagnoli sono immangiabili, date retta a me: i prodotti bio spagnoli sono falsi bio che non rispettano le norme francesi”, qui https://www.corriere.it/…/battaglia-pomodori-ex…
Una stupidaggine di dimensioni colossali che giustamente ha comportato la risposta pronta del leader spagnolo, ma che indica chiaramente l’incapacità della politica francese di opporsi alle istanze più estremiste del loro movimento di protesta agricolo.
E ce n’è anche per noi italiani, nel momento in cui leggiamo di alcune personalità dello spettacolo francese che si sono scagliate contro i prodotti agricoli italiani parlando di invidia da parte nostra e di sfruttamento dei nostri lavoratori.
Concludendo, arrivati a questi punto è chiaro che il problema più grande ovviamente non è la protesta o presunta rivolta degli agricoltori europei e nemmeno quanto farà Macron e il suo governo a riguardo, ma quanto potrebbe eventualmente dire e fare il principale destinatario dei voti autarchici, ovvero Marine Le Pen, nel momento in cui dovesse vincere le elezioni.
Se sceglierà infatti una linea “meloniana”, non dovrebbero esserci troppi problemi.
Se però tornerà al suo progetto originario prettamente antieuropeista, i destini dell’Unione Europea saranno molto foschi, dal momento che è impossibile immaginare una Unione senza la Francia.
Chiaramente la rottura dell’Unione Europea per ragioni agricole sarebbe un disastro in primis per la Francia, perché lascerebbe libera la Germania di creare in modo indipendente una sua area economica e perché l’autarchia ha sempre dimostrato di essere distruttiva dell’economia di un paese, ma sappiamo benissimo che la destra sociale ed autarchica, anche e soprattutto francese, non ha mai brillato per saggezza e lungimiranza.

 
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Pubblicato da su 11 febbraio 2024 in editoriali, epidemiologia, news, sociale

 

Produttività e declino. I mali dell’Italia arrivano anche nel Regno Unito? | Università Cattolica del Sacro Cuore

In un recente rapporto il Regno Unito è stato definito un Paese “meno dinamico” che in passato e “colpito dalle sfide interconnesse alla debole crescita della produttività”. Una domanda sorge spontanea: il Regno Unito sta diventando un po’ come l’Italia, dove la produttività è crollata negli ultimi 25 anni?
I problemi dell’Italia sono molto più vecchi, radicati e preoccupanti di quelli del Regno Unito, ma ciò non toglie che il caso italiano fornisca ai Paesi che si sono avviati su un crinale discendente un forte monito. La domanda, piuttosto, è se la performance italiana sia un monito anche per il governo italiano.
Pare che la politica italiana sia più impegnata a favorire questo o quel gruppo di interesse, perdendo di vista l’obiettivo primario. Se crescesse di più la produttività, potrebbero crescere anche i salari, e potrebbero aumentare gli standard di vita dei cittadini; sarebbe possibile attuare politiche a favore delle fasce deboli della popolazione. In sostanza, la crescita della produttività è alla radice del successo di ogni economia.

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Pubblicato da su 31 dicembre 2023 in editoriali, sociale

 

l legame tra scienza e politica è più stretto che mai.

 
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Pubblicato da su 27 Maggio 2023 in editoriali, sociale

 

Perché collaboriamo – Il Post

Sorgente: Perché collaboriamo – Il Post

 

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The Minderoo-Monaco Commission on Plastics and Human Health

Sorgente: The Minderoo-Monaco Commission on Plastics and Human Health

 

Emergenze mondiali

Jack Daniel

  · 

Il mondo, e si parva licet l’Italia, avrebbe bisogno, ora forse più che in passato, di una forza di sinistra, che coinvolga i cittadini e sappia indicare un percorso di cambiamento. Ma, oggi più che in passato, alla sinistra mi pare che manchi il presupposto fondamentale di ogni processo di trasformazione dell’esistente, che è, appunto, la conoscenza dell’esistente. Difficile cambiare qualcosa che non si conosce. In mancanza di tutto ciò, ci si rifugia in slogan, con conseguenze a volte comiche perché, per dimostrare l’insostenibilità del sistema presente, si finisce per fornire argomenti elogiativi che lo esaltano e rafforzano.

Per esempio, oggi su Repubblica (https://tinyurl.com/ym7c8bmj), un’esponente della sinistra scrive: “Intanto, invece, l’economia liberista mostra tutte le sue magagne. L’emergenza climatica, la crescita esponenziale della povertà, la pandemia, il moltiplicarsi dei conflitti, i drammi delle migrazioni lo dimostrano.”.

Cito questa frase perché, al di là di chi l’abbia scritta, esprime una serie di concetti che vengono ripetuti molto spesso.

Andiamo per ordine, ed esaminiamo le “dimostrazioni”. Con una premessa: visto che è arduo definire l’economia liberista, soprattutto in un Paese (il nostro) nel quale la pressione fiscale è la più alta mai registrata nella storia, da Orazio Coclite in qua, diciamo che si intende per economia liberista il sistema economico prevalente, prima in Occidente, e poi in gran parte del mondo, instaurato da una quarantina d’anni a questa parte, da Reagan e Thatcher in poi. Quindi, in quello che segue, economia liberista = sistema degli ultimi 40 anni o giù di lì. Ciò detto, esaminiamo le (supposte) dimostrazioni punto per punto.

1) Emergenza climatica. Esiste, ed è gravissima. Ma la causa principale, e basta dare un’occhiata a qualunque analisi, è data dal fatto che siamo 8 miliardi di persone che consumano. Cosa che non era sino a 40 anni fa, quando eravamo molti di meno e, soprattutto, gran parte del mondo pativa la fame. Se n’era già parlato qui: https://tinyurl.com/ywzm24kx , e non vorrei dilungarmi troppo. Anche perché si collega al punto seguente:

2) Crescita esponenziale della povertà. Non solo non è aumentata in questi 40 anni, ma è diminuita (https://tinyurl.com/eh2pjws2 ). E, del resto la cosa è collegata al punto precedente: proprio perché ormai siamo 8 miliardi, e proprio perché la povertà estrema si è ridotta, e sono quindi aumentati i consumi e le emissioni, la crisi climatica si è fatta così micidiale. Se Cina e India (metà del mondo) avessero continuato a vivere in miseria, le emissioni sarebbero molto più contenute. Quindi: in questi 40 anni la povertà è diminuita, la popolazione è aumentata (anche grazie al benessere) e l’emergenza climatica è scoppiata. La colpa di questi 40 anni quale sarebbe? Di aver diminuito la povertà e aumentato il benessere? Quindi W il liberismo che ha aumentato il benessere?

3) La pandemia. Come noto, le pandemie erano sconosciute all’umanità e sono nate solo dopo il trionfo del capitalismo prima e dell’economia liberista poi. Tipici esempi di liberismo, che ha causato le rispettive pandemie, l’Atene di Pericle, la Costantinopoli di Giustiniano, l’Italia di Boccaccio prima e dei Promessi Sposi poi. Colpa della pandemia, quindi, non è un virus o un batterio, ma l’economia liberista. Buono a sapersi, spero che le facoltà di medicina ne tengano conto. Aggiungo, inoltre, che quando tra qualche decennio si parlerà del Covid, ciò che emergerà non sarà tanto il fatto che è scoppiata una pandemia (cosa che succede da sempre) ma che in tre mesi sia stato trovato il vaccino. Questo perché Pfizer, Astra Zeneca, Moderna etc. (le odiate Big Pharma liberiste) il vaccino l’avevano scoperto ben prima dell’estate 2020. Se a noi è arrivato a fine 2020 è perché hanno dovuto fare i test e produrlo in centinaia di milioni di dosi, ma il vaccino è stato trovato in poche settimane. Quindi W il liberismo che ha prodotto il vaccino in così breve tempo?

4) Il moltiplicarsi dei conflitti. Anche qua, qualcuno s’è preso la briga di stimare il numero dei morti a causa di conflitti (https://tinyurl.com/cazazhmt ) da cui risulta che, negli ultimi 40 anni, si è toccato il minimo da decenni. Probabilmente, in rapporto alla popolazione, gli ultimi 40 anni sono stati i più pacifici della storia dell’Umanità, da Neanderthal in qua (e anche questo ha contribuito all’aumento di popolazione). Il tutto, e la cosa pare paradossale, pur in presenza di un conflitto devastante in Ucraina, scatenato, è solo il caso di ricordare, da una potenza (la Russia) il cui leader (Putin) non fa mistero di schifare il liberalismo (https://tinyurl.com/pnhhxmpv ) e di sentirsi in guerra contro il decadente Occidente. Nonostante ciò, il numero di conflitti, e di vittime, è molto ridotto rispetto a tutto il nostro passato. Quindi W il liberismo perché gli ultimi 40 anni sono stati i più pacifici della storia, e se un conflitto stiamo vivendo è perché è stato scatenato da un nemico del liberalismo?

5) Il dramma delle migrazioni. Che è effettivamente un dramma, e lo vede chiunque. Ma avrebbe senso citarlo in questo contesto qualora vedessimo persone che vivono nei paesi liberisti e che sfidano morte e viaggi per migrare in paesi non liberisti. Invece pare che sbaglino tutti strada, perché succede il contrario: è dai paesi tendenzialmente non liberisti che si cerca di raggiungere gli avamposti del liberismo. Quindi W il liberismo che molti sognano di raggiungere?

6) Tutto ciò lo dimostra. No, non dimostra un bel nulla, semmai dimostrerebbe il contrario. Mostra, invece, il deficit di argomentazioni che nasce dal pervicace rifiuto di conoscere l’esistente.

Di sinistra ce ne sarebbe bisogno, eccome. La partecipazione alla vita politica è ai minimi storici, i rapporti di lavoro (e anche la qualità del lavoro, a partire dai tempi) peggiora, sono sparite tutte le organizzazioni intermedie (sindacati in primis) ma, soprattutto, è impallidita ogni speranza: il futuro appare una nube minacciosa e plumbea, i giovani sono convinti che vivranno peggio dei padri. Aumenta sì il benessere complessivo, ma aumentano le diseguaglianze: chi aveva poco, ha un po’ di più, ma chi aveva molto, ha moltissimo di più; e questo moltissimo, unito alla crisi della partecipazione, fa temere che ora più di ieri si sia proiettati verso un’oligarchia di fatto, nella quale pochi optimates o nobiliores siano in grado di decidere la vita di milioni, se non miliardi. La democrazia è quindi minacciata, quello che è successo a Capitol Hill non è detto affatto che sia un unicum irripetibile, potrebbe essere una drammatica avvisaglia. Si potrebbe continuare: credo, in definitiva, che ci sia bisogno di sinistra.

Ma se la sinistra continua a rifugiarsi in slogan senza senso del reale è destinata alla sua estinzione, come i Mammuth, inadatti a vivere in un mondo cambiato. Proprio quando, a differenza dei Mammuth, il mondo cambiato avrebbe bisogno di lei.

 
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Pubblicato da su 28 gennaio 2023 in editoriali, sociale

 

La storia si è rimessa in moto (e indietro non si torna) – Linkiesta.it

Sorgente: La storia si è rimessa in moto (e indietro non si torna) – Linkiesta.it

 
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Pubblicato da su 31 dicembre 2022 in editoriali, futuro, sociale

 

Pubblico privato neoliberismo

Fact Checking

de biase

Allora vediamo con un po’ di dati come funziona questo inferno neoliberista chiamato Italia

Prima di tutto però una risposta alla domanda che ho posto ieri: cos’è il neoliberismo?

Al di là delle supercazzole, abbondanti nel dibattito pubblico sul tema, la definizione più efficace che ho letto è quella del prof. Luciano Gallino: [società] governata da razionalismo economico e strumentale

Mi domando se il razionalismo possa avere connotazione negativa

Vediamo ora i numeri

La spesa pubblica, secondo il bilancio di previsione assestato, è nel 2022 pari a 1.097 miliardi, il 57,1% del PIL

Negli anni passati la spesa su PIL è sempre stata intorno al 50%

[mio grafico su fonte Istat]

La pressione fiscale non è mai scesa sotto il 41%. Evito di citare il TTR e di esprimere giudizio sul funzionamento della riscossione per non allontanarmi dal tema

Delle prime 20 aziende per fatturato (dati 2021) 7 sono sotto il controllo pubblico. 5 delle maggiori 20 aziende quotate alla borsa di Milano sono pubbliche

Su alcune di queste lo Stato può esercitare la golden share

Per non parlare di CDP, controllata all’83% dal MEF, che fattura come gruppo 517 miliardi, produce da sola il 15% del valore aggiunto italiano, e ha partecipazioni in ogni dove.

Poi c’è SACE, trasferita da CDP al MEF, presente in tutte le maggiori iniziative italiane all’estero. Da Sace dipende anche Invitalia che finanzia ricerca, operazioni di investimento, gestione di crisi ecc.

Invitalia vuol dire, tra gli altri, MCC ovvero Banca per il Mezzogiorno SpA che partecipa alle attività produttive con il rilascio di controgaranzie del credito a soggetti privati

Tutti questi enti, più quelli delle oltre 8.000 partecipate locali, hanno governance politica

La scuola è quasi interamente in mano al settore pubblico con 40749 istituti pubblici e 12564 paritarie su un tot di 66181

La sanità è pubblica e universale (sebbene sia, diciamo, migliorabile) e costa 125 miliardi l’anno

E’ pressoché tutto pubblico il sistema pensionistico e anche quando gestito da casse private regolamenti, prestazioni e contributi sono decisi dalla legge. INPS, che eroga 354 miliardi di prestazioni, non starebbe in piedi senza 144 miliardi di trasferimenti dallo Stato

A quelli che il liberismo è Pinochet e i Chicago Boys, ricordo che gli attivi dei fondi pensione (privati) mettono l’Italia al 24° posto fra i paesi OCSE

La tv pubblica, tramite la controllata SIPRA raccoglie il 20% del mercato pubblicitario televisivo. In più, ca va sans dire, raccoglie il canone e il management è scelto dalla politica.

Lo Stato finanzia anche l’editoria (35 milioni) e numerose attività minori

Nel trasporto passeggeri è pubblica Trenitalia, che riceve tra l’altro trasferimenti nell’ordine dei 4 miliardi l’anno, ed è pubblica l’infrastruttura.

Dopo la vicenda Ponte Morandi è tornata in mano pubblica gran parte della rete autostradale ed è pubblica tutta la rete ANAS

Sono pubbliche quasi tutte le reti di trasporto pubblico locale che ricevono gli incarichi con affidamento diretto e senza gara.

Sono pubblici gran parte dei servizi amministrativi e tutti quelli anagrafici

Poi c’è Alitalia/ITA. Una triste vicenda pluriennale di spreco di risorse, costata al contribuente finora più di 13 miliardi in cambio del misero 8% del trasporto aereo da e per l’Italia

Sul fonte europeo le cose non vanno diversamente. il Bilancio 2023 UE è di 186,6 miliardi e quello pluriennale vale 1.700 miliardi.

Nel framework del bilancio UE c’è naturalmente il PNRR che vale 191,5 miliardi di spesa in 6 anni

Nelle fasi di crisi, ad esempio il covid, è stato sospeso il divieto di aiuti di Stato e tutti i Paesi ne hanno approfittato. Massicci interventi pubblici sono stati fatti in tutti i settori produttivi

Infine ci sono le authorities. Consob, Banca d’Italia sono le più note ma ci sono, mal contate, altre 14 commissioni e garanti che regolano, vigilano e sanzionano sui più disparati aspetti della vita quotidiana

Questo è a grandi linee il panorama neo-ordo-turboliberista che qualcuno vorrebbe combattere perché ha prodotto ingiustizie e favorito disuguaglianze

Ma se questo neoliberismo di Stato ha prodotto tali sciagure, forse la definizione di Gallino non trova in ITA giustificazione

Il razionalismo economico e strumentale vorrebbe tutt’altro: efficiente allocazione delle risorse, pari opportunità per tutti, libertà civili ed economiche, regolamentazione della concorrenza e tutela dalle posizioni dominanti

Il contrario di ciò che avviene

 
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Pubblicato da su 6 dicembre 2022 in editoriali, farmacoeconomia, sociale

 

Moneta pubblica e privata

Massimo Fontana

  ·

Una rapida considerazione sull’euro e su alcune affermazioni su tale moneta che arrivano dall’Italia.

La polemica immagino la conosciate tutti e riguarda la natura pubblica o privata della moneta che usiamo nei pagamenti elettronici.

In nostro aiuto arriva proprio il soggetto che effettivamente emette l’euro, ovvero la Banca centrale Europea, qui https://www.ecb.europa.eu/…/digital_euro_central_bank…

Cosa ci dice la Bce?

Molto semplicemente che la moneta “pubblica” è quella che crea lei direttamente e questa è il contante.

Quando poi questo contante entra nel circuito bancario diventa moneta “privata”.

Perché privata?

La risposta risiede nel sistema di funzionamento delle banche, le quali, siano essere pubbliche o private poco importa, possono anch’esse creare moneta attraverso il meccanismo del moltiplicatore monetario frutto della riserva frazionaria, qui https://www.borsaitaliana.it/…/lariservafrazionaria135.htm

Nel momento infatti in cui una banca eroga un prestito, non importa se questo è per investimenti o per il consumo, di fatto sta anch’essa creando moneta, che essendo emessa da un privato ha la caratteristica di essere considerata per l’appunto moneta “privata”.

E visto che grazie al meccanismo della riserva frazionaria la moneta creata dalle banche rappresenta la stragrande maggioranza di quella usata nel totale delle transazioni, ogni moneta che entra o esce dal circuito bancario viene considerata per l’appunto “privata”.

Questo vuol dire che tale moneta è illegale?

No.

E la ragione la spiega la stessa banca centrale: ogni transazione bancaria che ha per oggetto l’euro, ha la promessa della banca della eventuale e immediata convertibilità della moneta privata in moneta pubblica, ovvero se io nel conto corrente ho 100 euro, che contabilmente risultano come euro “privati”, posso prelevarli dal conto e averli immediatamente nella forma fisica del contante, ovvero nella moneta “pubblica”.

Questo vale per me che pago un conto, ma vale per tutti e quindi anche per un eventuale esercente che riceve il pagamento in formato elettronico dei 100 euro da parte mia all’atto di una transazione.

Grazie quindi alla perfetta convertibilità tra euro pubblico e privato, unito alla sorveglianza che la Bce fa sul sistema bancario generale, le due forme dell’euro risultano all’atto pratico esattamente identiche.

E fatto dirimente, entrambe sono perfettamente legali.

Quindi si, l’euro che abbiamo nei conti correnti bancari o che usiamo nei pagamenti delle transazioni elettroniche risulta come “privato”, ma è perfettamente legale tanto quanto quello pubblico rappresentato dal contante.

Scrive infatti la Bce:” La moneta pubblica funge da àncora per il sistema monetario. È per questo motivo che i cittadini possono avere fiducia nel valore della moneta privata emessa dalle banche. Un pagamento effettuato con carta di credito viene accettato perché il destinatario sa che l’importo potrà essere convertito nello stesso ammontare di moneta della banca centrale.”

Concludiamo: quanto esposto sopra, in un paese normale, dovrebbe essere la banalissima base di conoscenze che un qualsiasi governo dovrebbe avere.

Purtroppo in Italia non è così.

In Italia bisogna sempre ribadire, almeno per l’economia, quello che dovrebbe essere ovvio.

Quando nel precedente intervento sostenevo che il nostro futuro è nero a causa di una sinistra socialcomunista irrazionale, specificavo che quella era solo una parte dell’equazione.

La seconda parte, che poi è quella che in combinazione con la prima affossa il futuro del paese, è che anche la destra attuale, corporativa e populista, è altrettanto irrazionale e inadeguata a guidare il paese in modo proficuo.

La polemica sull’euro privato o pubblico, così come la storiella sempreverde ma sempre errata della Banca d’Italia privata, cosa che non è visto che è un istituto di diritto pubblico regolato da norme nazionali ed europee, come possiamo leggere qui https://www.bancaditalia.it/chi-siamo/index.html , mostra per l’ennesima volta la totale inadeguatezza di questa destra e quanto il nostro futuro sia nero.

Stiamo scherzando con il fuoco e prima o poi ci bruceremo le dita.

Speriamo solo quelle.

 

Pensioni ed economia

Jack Daniel

  ·

Dice Giorgetti, commentando il parziale adeguamento delle pensioni all’inflazione, che quella del Governo è una “manovra coraggiosissima, che in passato nessuno ha fatto: ha preso risorse dalla previdenza e le ha messe sulla famiglia, sui figli, perché senza figli non ci sarà riforma delle pensioni che sia sostenibile”. Lasciando perdere il fatto che questa manovra contiene molte altre misure assai criticabili, molte delle quali un disastroso incentivo all’evasione, sull’argomento pensioni purtroppo centra una mezza verità e, sempre purtroppo, sostiene una cosa che a mio parere la sinistra avrebbe dovuto dire da un pezzo.

Ma andiamo per ordine.

Primo punto: come noto, viviamo in un sistema pensionistico a ripartizione, vale a dire che le pensioni oggi le pagano i lavoratori in servizio. Un lavoratore guadagna 1.000? Il datore di lavoro toglie circa 240 e li passa all’INPS. Il lavoratore ha quindi 760. Da questi, l’INPS toglie altri 90 (circa) e quindi, di fatto, al lavoratore entrano in tasca 670. Netti? No, certo: su questi 670 poi ci paga le tasse, a partire dall’IRPEF, ma questo è un altro discorso. I 330 presi dai 1.000 del lavoratore entrano nell’INPS e ne escono immediatamente per finire nei conti dei pensionati italiani. Quindi: ripartizione nel senso che i lavoratori in servizio pagano i lavoratori in pensione. Lasciate perdere retributivo e contributivo, quelli sono metodi di calcolo, non pagamenti. Vale a dire: contributivo e retributivo servono per determinare l’ammontare della pensione, non chi la paga. Non è affatto vero, per esempio, che col contributivo l’INPS metta in cassaforte i soldi di un lavoratore per darglieli a pensione raggiunta: quei soldi comunque pagano le pensioni di chi ne fruisce oggi, non di chi ne fruirà domani o tra 20 anni.

Secondo punto. Ogni indagine statistica (per esempio: https://tinyurl.com/mr3zh2e2 ) ci dice che le fasce d’età più anziane hanno incrementato la loro quota di ricchezza e che si è progressivamente attuato, negli ultimi decenni, uno spostamento di ricchezza dai più giovani ai più anziani. Altri dati, qui (https://tinyurl.com/yhbu56uu), in particolare il grafico in ultima pagina che ci mostra come, in 10 anni, siano diminuiti gli indicatori di povertà per gli ultra 65enni e siano aumentati per i minori di 40 anni.

Terzo punto. Piramide demografica. Lo sappiamo tutti, anche se tutti facciamo finta di dimenticarlo: l’Italia sta invecchiando sempre di più. Per avere un’idea: si calcola che nel 2040 ci saranno 4,4 milioni di persone tra i 70 e i 74 anni contro 2,4 milioni tra i 20 e i 24. Nel 1970, sempre per avere un’idea, avevamo, al contrario, 1,6 milioni tra 70 e 74 contro 4 milioni tra 20 e 24 (https://tinyurl.com/uamjbtwe ). Corollario: la spesa pensionistica aumenterà, e graverà sulle spalle di pochi giovani che vedranno il loro reddito sempre più diminuire per permettere di pagarla. Basta? No, manco per idea. Perché all’aumentare dell’età della popolazione aumenta pure la spesa sanitaria (per ragioni sin troppo ovvie), quindi quei giovani, che magari scoppieranno di salute, si vedranno decurtare risorse non solo per i contributi INPS, ma pure per le tasse sul reddito, visto che aumenterà (almeno) la spesa sanitaria. A cui poi bisognerà aggiungere quella per assistenza, nonché tutte le altre connesse.

Quarto punto: l’immigrazione ci salverà. Forse, ma non nei prossimi anni o decenni. Perché il problema non è avere tante persone giovani, ma avere tante persone giovani che svolgano lavori buoni, cioè che producano reddito adeguato. L’immigrato che arriva oggi, e che magari non sa una parola di italiano, difficilmente sarà in condizione di avere un reddito tale da poter effettuare, sul suo reddito, un prelievo fiscale e contributivo che possa raddrizzare, nei prossimi anni o decenni, i conti. Questo perché difficilmente un immigrato arrivato oggi ha, o avrà nei prossimi anni, un reddito pari a quello che aveva un neopensionato quando lavorava. I suoi figli sì, probabilmente, ed è per questo che lo ius scholae va riaffermato costi quel che costi e l’immigrazione considerata una risorsa; ma questi figli, che magari nasceranno qui, o magari oggi sono bambini, nel 2040 non saranno ancora in età di lavoro. L’immigrazione, insomma, forse raddrizzerà l’Italia dopo il 2050, ma difficilmente prima.

La conclusione è che, anche se tutti dicono (senza dimostrarlo) di no, oggi siamo nel pieno di un conflitto generazionale, con gli anziani che tolgono risorse ai giovani, sottraggono loro reddito a proprio vantaggio e prefigurano ai meno giovani (anche adulti 40enni o 50enni) un futuro da anziani di sicuro meno roseo del loro. In poche parole, oggi il conflitto generazionale è causa di incremento delle diseguaglianze.

Ciò che mi fa girare le scatole è che discorsi del genere, a sinistra, siano considerati un tabù indicibile. Le ragioni in parte si comprendono: i sindacati sono organizzazioni di pensionati e pensionandi che amano parlare di interessi generali salvo che ciò non comporti un qualche svantaggio per loro. A sinistra, i votanti anzianotti sono tanti (tra gli over 65 il PD è il partito di maggioranza relativa: https://tinyurl.com/3n3eybkr ) per cui è ovvio che non si vada a pestare i piedi nel proprio bacino elettorale e di consenso. Ma, a parer mio, questo è un tema che la sinistra avrebbe dovuto sollevare da lustri, perché da lustri si sa come finirà.

Che quindi si tolgano risorse agli anziani, e che queste vengano destinate ai più giovani, lo considero inevitabile e, tutto sommato, persino giusto, almeno come principio. Non è affatto corretto il modo in cui ciò avviene, perché si procede con tagli lineari alle pensioni senza considerare quelle che corrispondono a contributi versati e quelle che non lo sono. Ma ciò che questo Governo ha fatto, meglio esserne consapevoli, sarà un precedente che verrà seguito nei prossimi anni da chiunque. E la ragione è drammaticamente semplice: siamo in traiettoria completamente divergente e insostenibile. Non si può pensare di continuare a operare travasi di risorse dai giovani agli anziani quando questi saranno, nei prossimi anni, la maggioranza o quasi della popolazione. Semplicemente: non ci sarà più nulla da travasare, anche perché molti giovani, provvisti di ottime qualificazioni lavorative e capaci, in prospettiva, di generare molto reddito, fiutando la mala parata, stanno già scappando all’estero.

Come ciò avverrà, come cioè avverrà una redistribuzione delle risorse dagli anziani ai più giovani, l’abbiamo davanti agli occhi. In presenza di inflazione, per esempio al 10%, un adeguamento al costo della vita del 7% implica una riduzione delle pensioni, in termini reali, del 3%. Se l’inflazione non tornerà ad essere nulla o quasi, e se, come immagino, gli adeguamenti continueranno ad essere parziali da una certa somma in poi, in qualche anno la spesa pensionistica potrebbe ridursi di svariati punti percentuali.

In tutto ciò, fa un po’ ridere leggere di programmi politici e rivendicazioni, di destra (vedi Salvini) e sinistra (vedi, appunto, sindacati), che propongono l’abbassamento dell’età pensionabile innalzata a suo tempo dalla perfida Fornero. Secondo voi l’ha fatto perché malvagia di suo, o perché è stata una delle poche persone che abbia avuto il fegato di dire agli italiani come stavano le cose, e cioè che il Re è nudo?

Quinto punto: sono un boomer, in età non lontana dalla pensione. Tutto quanto detto va contro i miei interessi, ma essere di sinistra, per me, significherebbe anche ammettere che, di fronte agli interessi generali, quelli particolari, anche se sono i propri, possano subire limitazioni. Come quelle che (purtroppo) toccheranno a me, e a quelli della mia generazione, nei prossimi lustri.

 

SpaceX e Elon Musk

Massimo Fontana

Sorgente: Perché Starlink è una minaccia anche per la Cina

Il tema dell’intervento di oggi, purtroppo abbastanza lungo, sarà lo spazio.

La ragione è semplice: nelle ultime settimane ci sono stati alcuni sviluppi molto interessanti che potrebbero avere un notevole impatto sui destini sia nostri sia dell’umanità intera.

Si va dal via libera della Faa americana ai voli sperimentali della rivoluzionaria navicella spaziale Starship attualmente in sviluppo da SpaceX a Boca Chica in Texas, qui https://www.hdblog.it/…/starship-lancio-faa…/ al successo del lancio della navicella spaziale privata Starliner, sviluppata dalla Boeing e che va a raddoppiare le navicelle spaziali per trasporto umano a disposizione degli Stati Uniti, qui https://www.rainews.it/…/la-navicella-starliner…

Le notizie che però volevamo esaminare in maggiore dettaglio sono altre due e questo perché da un lato ci informano sugli sviluppi della tecnologia difensiva dell’occidente, dall’altro sul posizionamento geostrategico proprio dei vari paesi occidentali sul futuro assetto dello spazio vicino alla terra.

La prima notizia è fresca di giornata.

Nel weekend appena trascorso infatti, SpaceX ha lanciato in tre giorni altrettanti razzi Falcon 9, trasportando in orbita l’ennesimo carico di satelliti Starlink, un satellite militare tedesco e infine un satellite commerciale Globalstar, qui https://www.ansa.it/…/spacex-tripletta-di-lanci-nel…

Già da sola questa notizia sarebbe comunque rilevante, visto che ormai SpaceX è diventato il più grande lanciatore spaziale del pianeta, ma l’ultimo lancio, quello del satellite Globalstar fatto sabato scorso, piano piano sta emergendo come un fatto molto rilevante.

Tutto nasce da un problema di peso.

Il satellite in questione ha infatti una massa di circa 700 kg.

Non molto invero.

Ma per lanciarlo in orbita SpaceX ha usato una delle versioni più potenti del suo Falcon 9, capace di arrivare anche sopra le 20 tonnellate.

Perché sprecare un simile lanciatore per un satellite tutto sommato piccolino?

Spulciando allora meglio nelle poche notizie a disposizione si è arrivati all’ipotesi che assieme al satellite Globalstar, nel vano di carico del Falcon 9 ci dovrebbe essere stato un altro carico “clandestino”.

Ovvero SpaceX molto probabilmente ha lanciato in orbita assieme al satellite Globalstar qualcosa d’altro di cui nessuno sa niente.

Ora, noi sappiamo che SpaceX lavora anche con la difesa Usa e nel passato ha fatto molti lanci di satelliti spia.

Ma i satelliti spia, anche se non vengono resi pubblici, vengono comunque annunciati, ovvero sono registrati nel manifesto di carico.

Questa volta non è andata così.

La segretezza è stata quasi totale.

Perché quasi?

Perché alla fine proprio tramite le immagini del rilascio in orbita del satellite Globalstar, gli esperti hanno notato la presenza di una griglia somigliante a quella che SpaceX usa per i suoi satelliti Starlink.

Starlink che sappiamo essere diventata con lo scoppio della guerra in Ucraina una infrastruttura ormai vitale non solo per il suo scopo originario, ovvero portare internet in tutto il pianeta, ma adesso anche per la sopravvivenza del sistema di comunicazioni interne ed esterne di un paese in caso di guerra.

Di questo ne avevamo già parlato all’indomani dell’inizio della guerra in Ucraina qui, https://www.facebook.com/massimo.fontana.52/posts/5322342877797238

Comunque, in base a queste informazioni il sito Astrospace ipotizza che siano stati lanciati dei satelliti militari di tracciamento dei missili ipersonici, per i quali SpaceX e la società L3Harris avevano firmato un contratto con la difesa Usa nel 2020 e che dovevano diventare operativi entro settembre del 2022, qui https://www.astrospace.it/…/weekend-di-successo-per…/

Non so giudicare se l’ipotesi sia reale, ma i contratti sono effettivamente stati firmati, per lo scopo dichiarato e nei tempi elencati, quindi è effettivamente probabile che le cose siano andate proprio così.

Cosa significa tutto questo?

La risposta la fornisce la capacità tecnica dei satelliti spia in oggetto, che possiamo leggere qui https://www.c4isrnet.com/…/space-development-agency…/

In sostanza i satelliti rileveranno il lancio di missili ipersonici istantaneamente in tutto il pianeta, li tracceranno nella loro traiettoria per poi passare i dati al sistema HBTSS, che oltre a continuare il tracciamento in modo più completo, è in grado di passare i dati direttamente alle armi di difesa in modo da colpire il missile nemico prima che possa fare danni, qui direttamente dal sito del produttore https://news.northropgrumman.com/…/northrop-grumman…

Diciamo che se Putin crede di fare paura ai paesi liberi con i suoi falsi proclami di disponibilità di armi letali, da ieri le sue minacce fanno ancora meno paura.

La seconda notizia di cui ci occupiamo invece è più ad ampio spettro e come detto riguarda il posizionamento geostrategico del futuro spaziale.

Tutto parte dalla volontà degli Usa di tornare sulla Luna con gli uomini entro i prossimi tre anni circa.

Il progetto in questione si chiama “Programma Artemis”, qui https://www.nasa.gov/specials/artemis/

La particolarità di questo progetto è che non è semplicemente tecnologico, ma abbraccia svariati campi e tende sostanzialmente a definire, anche dal punto di vista giuridico, quello che sarà il campo dell’esplorazione spaziale del futuro.

Non a caso la Nasa, assieme al progetto Artemis, porta avanti anche gli accordi Artemis, i quali sono aperti a qualsiasi paese ne voglia fare parte e di fatto danno una definizione giuridica chiara a quello che si potrà o non potrà fare nello spazio, qui https://www.nasa.gov/specials/artemis-accords/index.html

Possono farlo gli Usa?

La questione è complessa e ne avevamo già parlato in precedenza qui https://www.facebook.com/massimo.fontana.52/posts/3751770261521182 ma la risposta alla fine è affermativa, in quanto comunque gli accordi Artemis rientrano in gran parte all’interno delle possibilità offerte dai trattati precedenti risalenti agli anni ’60 e perché semplicemente nessuno può al momento proporre e far rispettare istanze diverse.

Ma cosa prevedono questi accordi?

In sequenza e riassumendo, ci dovrà essere la massima trasparenza nelle attività di esplorazione, l’infrastruttura che si costruirà dovrà essere tecnologicamente aperta a tutti utilizzando standard internazionali, si dovrà assicurare l’assistenza a chiunque sia in difficoltà, si dovranno registrare tutte le scoperte che dovranno inoltre essere pubbliche e aperte a tutti e infine, si dovrà rendere noto sia dove ci si trova sia cosa si sta facendo nello spazio, questo ovviamente per evitare interferenze tra le varie attività e eventuali conflitti futuri.

Tutto molto bello e direi corretto.

Ma la vera parte importante è quella che regola l’estrazione di risorse minerarie.

Fino ad oggi tale aspetto era quasi trascurato in quanto impossibile da implementare per ragioni di costi.

Ma come visto in passato, la navicella Starship di SpaceX, di cui all’inizio abbiamo visto l’ottenimento del via libera alla sperimentazione orbitale, ha la potenzialità di cambiare completamente questo aspetto dell’esplorazione spaziale, rendendo forse economicamente sostenibile almeno lo sfruttamento minerario della Luna e degli asteroidi per i metalli preziosi e le terre rare.

Cosa dicono gli accordi Artemis su questo?

In modo salomonico si richiamano ai trattati precedenti che su tale tema erano utopicamente restrittivi, ma però danno di fatto il via libera all’estrazione di risorse da parte dei soggetti privati delegando la regolamentazione finale ad ogni singolo paese firmatario.

Ora, tutto questo può piacere o meno, e a Cina e Russia ovviamente non piace visto che non hanno sottoscritto gli accordi, ma il dato di fatto è che ad oggi esiste solo un soggetto che detiene forse la tecnologia per minare la Luna e gli asteroidi da solo almeno per i prossimi 20 anni, ovvero Elon Musk con la sua SpaceX.

Se non ci fossero gli accordi Artemis, Musk, fuori dall’atmosfera terrestre potrebbe semplicemente fare quello che gli pare e piace, visto che nessuno potrebbe costringerlo a fare diversamente.

E come abbiamo visto in passato, nel contratto di sottoscrizione dei servizi Starlink, Musk ha già scritto nero su bianco che ritiene Marte un pianeta “libero”, ovvero un luogo nel quale per lui non si applicano le leggi di nessun governo terrestre, qui https://www.universetoday.com/…/one-of-the-terms-of…/

Gli accordi Artemis, riportano anche Marte all’interno di regole e leggi terrestri.

Il punto però centrale di tutto questo è che questi accordi per avere validità devono essere riconosciuti da più paesi possibile.

E qui arriviamo finalmente alla notizia di cui parlavamo all’inizio: la Francia ha firmato gli accordi il 7 giugno scorso, qui https://www.nasa.gov/…/france-signs-artemis-accords-as…

Tale firma è importante in quanto il paese transalpino è il colosso aerospaziale dell’Europa e assieme all’Italia, già firmataria degli accordi ormai da 2 anni, di fatto schiera il vecchio continente decisamente verso il framework giuridico delineato dagli Stati Uniti.

E non a caso la settimana scorsa l’Esa, ovvero l’ente spaziale europeo, ha firmato ulteriori accordi di collaborazione con la Nasa proprio per il programma Artemis, qui https://www.nasa.gov/…/nasa-esa-finalize-agreements-on…

Come detto non c’era alternativa: Elon Musk con SpaceX e la sua Starship, è tecnologicamente parlando almeno 15-20 anni più avanzato di qualsiasi altra società privata o pubblica del pianeta, Cina e Russia incluse, che solo nelle favole delle rispettive propagande sono alla pari degli Usa.

L’unica eccezione è forse la società privata Blue Origin di Jeff Bezos, che però mantiene anch’essa almeno una decade di inferiorità rispetto a SpaceX.

Senza gli accordi Artemis quindi, Musk avrebbe avuto 20 anni per scrivere le sue regole nello spazio extra-atmosferico.

Ma, e concludendo, gli accordi Artemis, che ormai sono stati sottoscritti da 20 paesi diversi, ci dicono anche quale sarà il contesto legale e statuale nel quale avverrà l’imminente colonizzazione della Luna e in definitiva la corsa allo spazio vicino e questo contesto è quello dettato dagli Usa.

Questo non piacerà a molti, ma personalmente trovo più confortante un contesto legale sviluppato dai democratici Usa che l’anarchia fascio-comunista del più forte che portano avanti Cina e Russia.

E con questo auguro una buona serata a tutti.

 

8 Asian Americans and Pacific Islanders whose innovations have changed your life (really!) |

Sorgente: 8 Asian Americans and Pacific Islanders whose innovations have changed your life (really!) |

 
 

sulle fake-news russe sul tema

Sorgente: 20140604_ITA_Factsheet_Russia.pdf

Interessante documento NATO/OTAN, datato 2014, sulle fake-news russe sul tema ucraino. Notevole constatare che in questi giorni di discussioni sulla crisi ucraina, diversi interventi hanno riportato pari-pari gli argomenti russi, che sono vecchi di 8 anni. Segno che la propaganda puntatina non ha inventato nulla di nuovo, dal 2014. Buon segno?
Prima di elencare punti del documento NATO, organizzato in stile FAQ, permettetemi di chiarire alcuni aspetti personali.
1) non comprendo i “comunisti per Putin”. Perché questo leader è ormai il più grande fascistone in Europa, seguito a ruota dal leader bielorusso e turco, che sono solo pallide ma pericolose imitazioni per i loro popoli. Putin è invece pericoloso per tutti. Comprendo però che per chi è rimasto al concetto che la NATO è il nemico storico e irriducibile, allora il nemico del loro nemico è loro amico. Meglio ancora se paga, come una volta. Invece stimo da sempre Enrico Berlinguer che affermò nel 1976 che si sentiva più sicuro sotto la protezione (ombrello) NATO che sotto il patto di Varsavia.
2) Non capisco nemmeno i “liberali per Putin” e qui non ci sono ulteriori possibili approcci ad una vaga comprensione. A meno che non ritengano Putin un comunista e reagiscano di conseguenza. Grave errore di analisi, anche se convengo che spesso i due estremi si tocchino sotto l’aspetto comune dello statalismo.
3) Capisco benissimo i leghisti alla Salvini e i nazionalisti alla Meloni, perché le tracce di finanziamento dalla Russia verso le destre populiste europee sono consistenti e di vecchia data.
I punti:
📌 Rapporti NATO-Russia
📌 Prosecuzione e ampliamento della NATO
📌 La Russia sostiene che la NATO abbia promesso di non allargare la sua influenza
📌 La Russia sostiene che la NATO abbia ignorato i suoi timori riguardo la difesa missilistica
📌 Le critiche della Russia alla legittimità di azioni militari NATO – la Libia
📌 Le critiche della Russia alla legittimità di azioni militari NATO – il Kosovo
📌 La Russia sostiene che le autorità ucraine non siano legittime
📌 La Russia sostiene che il cosiddetto referendum in Crimea fosse legale
📌 La Russia sostiene che l’annessione della Crimea sia giustificata dall’opinione della Corte Internazionale di
Giustizia sull’indipendenza del Kosovo
PS: aiutatemi a fare pulizia di primavera, naturalmente.
 
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Pubblicato da su 23 febbraio 2022 in editoriali, sociale